Maria Mizghinova
Guida turistica a Mosca
Interprete italiano-russo a Mosca
Guida turistica di Mosca. Che cosa visitare a Mosca con una guida nella lingua italiana
Mosca con una guida turistica.
Guida turistica parlante italiano a Mosca.
Se siete interessati di servizi di una guida turistica a Mosca, mi scrivete una richiesta nel modulo "Contattarmi" o via e-mail: luimari@mail.ru
La cattedrale di Nostra Signora di Smolensk (1524-1525)
Essa è la struttura in pietra più antica sul territorio del convento. Fu costruita durante due stagioni edili. Tali tempi si riscontravano spesso nella prassi dell’architettura russa di quel periodo. La cattedrale fu consacrata il 28 luglio del 1525. Secondo l’idea iniziale la cattedrale avrebbe dovuto diventare la struttura principale del convento, la chiesa cardinale pensata per la celebrazione della messa nel periodo primaverile-autunnale. I tentativi di mettere il riscaldamento nella cattedrale svolti all’inizio del XX secolo, non sono andati a buon fine.
La cattedrale si distingue per le sue pitture murali conservate sulle pareti dei XVI-XVII secoli, realizzate in tecnica mista, cioè si eseguiva la pittura sull’intonaco ancora fresco e dopo si aggiungevano i dettagli e si poteva lavorarli a secco.
Il monastero è rappresentato dalla cattedrale a sei pilastri posizionata su un alto rialzo circondato su tre lati con un ampia galleria, su cui un tempo furono situate quattro cappelle. Nei nostri giorni ce ne sono rimaste due: degli apostoli Prokhor, Timon, Nikanor e Parmena, i cui dati di commemorazione coincidono con la celebrazione dell’icona di Smolensk, e della santa martire Sofia. Nella sagrestia della cattedrale si trovava l’altare in onore dell’arcangelo Gabriele, patrono celeste di Basilio III di Russia.
I temi principali degli affreschi datati alla fine del XVI secolo, sono l’acatisto alla Madre di Dio santissima, e ai racconti della vita terrestre di Madre di Dio e dell’icona Liddskaja. Nella lunetta sotto l’arco dell’est si trova la monumentale effigie della Madonna Odigitria, a cui la cattedrale fu dedicata. Sui pilastri della cattedrale sono raffigurati i santi soldati martiri, i pii principi russi e le zarine bizantine, le martire e le sante.
Agli anni di Godunov appartengono le icone nelle file di celebrazione, deesis, profezia e nella fila paterna; e anche la pergola dell’iconostasi decorata con dipinti ornamentali. La bellissima cornice dorata con 84 colonne fatte a forma di vite d’uva fu creata dagli artisti del Palazzo dell’Armeria in tecnica dell’intaglio su legno in modo traforato detto “fiammingo” sotto la zarina Sofia nel 1683-1685. Nello stesso tempo alle cinque file delle icone del periodo di Godunov fu aggiunta sopra la fila della Passione, smontato poi durante i lavori di restaurazione della cattedrale all’inizio del XX secolo.
Nella fila più bassa dell’iconostasi si trovano le icone a incastro dei sovrani russi. A sinistra dalla porta dell’iconostasi: l’effigie della Madonna Oligitria di Smolensk, la copia dell’antica icona miracolosa, che fu regalata al convento dal fondatore, Basilio III; l’effigie di Giovanni Battisti, il patrono celeste di Ivan IV e Ivan V; le effigi dei principi Boris e Gleb, martiri strastotèrpzi, i santi patroni di Godunov. A destra dalla porta dell’iconostasi ci sono le icone di Dio Pantocratore, con Giovanni Battisti inginocchiato e l’apostolo Pietro: i patroni di Ivan V e Pietro il Grande; e della Madre di Dio “orante” con i santi eletti, gli omonimi della famiglia dello zar Alessio Michajlovič, l’icona della zarevna Sofia Alekseevna.
Nella cappella laterale della cattedrale, detto della Sofia e che si trova al sud, l’iconostasi fu dedicata alla santità femminile. Qui nella fila principale deesis, gli artisti con a capo il famoso Fedor Zubov azzardarono un cambiamento straordinario, al posto degli apostoli raffigurarono le pie principesse russe e le sante. Nella fila più bassa furono collocate le icone delle martiri sante Sofia e Feodosia. L’icona principale di questa cappella è l’effige della santa Sofia con le figlie martiri Vera, Nadezhda e Ljubov’. Adesso tutte le icone si trovano negli archivi del Museo statale di storia.
