Maria Mizghinova
Guida turistica a Mosca
Interprete italiano-russo a Mosca
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La chiesa posta a ovest fu consacrata alla commemorazione della festa dell’ingresso di Cristo in Gerusalemme che si festeggia la settimana prima della Pasqua, in russo si chiama la domenica del salicone, che sta per la domenica delle palme. Ogni anno quel giorno iniziando dal XVI secolo si svolge la messa solenne accompagnata da una processione chiamata “na osljati” ai quali partecipava tantissima gente con la partecipazione dello zar in persona e del metropolita (inseguito del patriarca).
La processione il giorno delle Palme all’inizio si svolgeva dentro il Cremlino, poi dopo la costruzione della cattedrale di San Basilio l’ordine della processione fu cambiato. Si partiva dalla cattedrale della Dormizione, si passava per le porte Frolovskie della torre Spasskaja e si incamminava verso la chiesa dell’Ingresso di Cristo in Gerusalemme dove si celebrava la messa. La processione rappresentava l’evento dal Vangelo. Lo zar portava il cavallo a mano che ebbe un gualdrappe bianco con degli lunghi orecchi (“oslja” sta per asino, e
la processione “na osljati” sta per “sull’asino”, per questo il cavallo fu rivestito da un asino). Sul cavallo rivestito da asino stava seduto il metropolita che simboleggiava Cristo che faceva l’ingresso in Gerusalemme. Lo seguiva la gente con icone, gonfaloni, palme (i rami del salicone). Davanti alla processione correvano i bambini e buttavano ai piedi della processione i vestiti e i rami del silicone per coprire la strada. Sotto il Pietro il Grande questa tradizione fu abolita.
È una delle chiese maggiori della basilica consiste in una torre ottagonale su due ordini sormontata dalla volta. La chiesa si distingue per la sua grandezza e per la solennità del proprio decoro. È alta 23 metri. Sopra l’entrata nord si può ancora vedere i segni lasciati dall’esplosione dell’ordigno che centrò il muro nel ottobre del 1917.
Durante i lavori di restauro furono scoperti i frammenti del decoro architettonico del XVI secolo. Li lasciarono intatti nel loro stato originale senza la correzione dei dettagli danneggiati dal tempo. Non furono scoperti i resti della pittura antica nella chiesa. Il bianco dei muri sottolinea i dettagli architettonici fatti dagli architetti con grande fantasia creativa.
Il pavimento in chiesa lasciarono quello del XVIII secolo in pietra bianca.
L’iconostasi che è presente adesso fu portato qui dalla cattedrale di San Aleksandr Nevskij del Cremlino moscovita che fu demolito. L’iconostasi è riccamente decorato con dei tasselli intagliati in stagno dorati che donano la leggerezza a questa massiccia costruzione. A meta del XIX secolo l’iconostasi fu arricchito con dei dettagli intagliati in legno. Le icone del primo ordine raccontano della Creazione del mondo.
È probabile che assieme all’iconostasi nella cattedrale fosse rinvenuta anche un’icona unica: “San Aleksandr Nevskij in vita” del XVII secolo. Nel centro di essa è raffigurato il duca pio coll’intorno 33 timbri che rappresentano le scene canoniche, i miracoli di guarigione e gli eventi storici reali: la battaglia della Neva, la battaglia di Kulikovo, il viaggio del duca alla Khanato, la sua morte, ecc.
Sul pianerottolo davanti all’entrata in chiesa sono rimasti le fondamenta dei pilastri e delle colonne che presumibilmente decoravano il portone.
Il santo Gregorio fu illuminatore d’Armenia (morì nel 335), fu episcopo d’Armenia e convertì in cristianesimo lo zar e tutto il paese. Il 30 settembre (il 13 novembre) la chiesa ortodossa lo ricorda. In questa data nel 1552 succede un evento importante durante la compagnia dello zar Ivan il Terribile: l’esplosione della torre Arskaja a Kzan’.
È una delle chiese minori della basilica ed è alta 15 metri. La chiesa è di forma quadrangolare che si muta in un basso ottagono. La simmetria della chiesa è infranta a colpa del passaggio tra questa chiesa e quella centrale. Il tamburo a lucinari è sormontato da una volta con la raffigurazione del rosone a spirale.
Nella chiesa fu ripristinato l’interno del XVI secolo: le finestre antiche, semicolonne, mensole, il pavimento in mattoni a spina di pesce. Così com’era nel XVII secolo i muri sono imbiancati che sottolinea il rigore e la bellezza dei dettagli architettonici.
L’iconostasi con le pergole in legno fu restaurato negli anni 20 del novecento. È composto di icone dei XVI-XVII secoli. Le porte dell’iconostasi sono spostati a sinistra perché lo spazio dentro la chiesa non è simmetrico. La parte più bassa dell’iconostasi è coperta dai veli di seta e velluto con delle immagini delle croci di Golgota.
Il decoro dell’interno della chiesa completano le candele “magre”: i grandi candelabri di vecchio modello, in legno e dipinti a mano. Nella parte superiore si trova la base metallica dove si mettevano le candele fine.
Il candelabro del XIX secolo decorato con lo smalto decorato dona alla chiesa una particolare eleganza.